video-storia. “SCHIFARIEDDI”: PER GUARDARE CON OCCHI DIVERSI IL PORTO DI BRINDISI

BRINDISI – Siamo nel 1225. Una nave veneziana proveniente da Euchaita in Oriente trasporta le reliquie di S. Teodoro d’Amasea, soldato romano e martire della Chiesa Cristiana. Inseguiti dai Turchi, i marinai veneziani al largo del porto di Brindisi abbandonano su una zattera l’urna contenente le spoglie del Santo per salvarla dalle razzie dei pirati.

Appresa la notizia, alcuni pescatori la recuperano. Remando intensamente, ognuno di loro cerca di arrivare per primo. Rientrati nel porto, la consegnano all’arcivescovo Gerardo. Le reliquie vengono riposte in una cassa di legno rivestita di lastre d’argento e poi, in processione, portate in Cattedrale.

Un episodio che venne interpretato come un segno del santo di voler approdare sulla costa della città ed i brindisini accettarono la sua protezione.

E’ quanto narra una leggenda che viene tramandata da allora, di generazione in generazione.

Ogni anno, per rievocare quel momento nella prima settimana di settembre si svolge la tradizionale “Processione a mare” delle reliquie di San Teodoro (e San Lorenzo).

E in questa occasione si svolge anche il “Palio dell’Arca”, una competizione tra piccole barche da pesca (schifarieddi) che prende spunto dal recupero dell’Arca contenente le spoglie del Santo.

Lodevole in questi anni è stato l’impegno di Franco Romanelli, vogatore vecchia scuola e figura di riferimento, che ha cercato di tenere viva questa importante tradizione brindisina. Ma ora cosa accadrà? I più giovani, coloro che hanno il compito di prendere il testimone e portare avanti il lavoro fatto fin qui dai nostri nonni, si stanno allontanando dal mare e dalla sua storia.

Fortunatamente non tutti: Antonio Romanelli (figlio d’arte) e Vincenzo Maggiore, due giovani brindisini, hanno raccolto la sfida di mantenere viva questa tradizione creando il Circolo Remiero, vincitore del bando regionale “Pin”. L’obiettivo è continuare a portare in alto il nome della città, diffondere la passione verso uno sport legato al mare e fare leva sulle nuove generazioni riponendo nelle loro mani il futuro di questa antica pratica marinaresca. Hanno creato una scuola di voga: da un punto di vista sociale, la pratica sportiva è infatti uno dei migliori strumenti di inclusione e di contrasto alla povertà educativa. L’idea è dunque quella di ripopolare il porto cittadino proprio con le tipiche imbarcazioni a remi, i cosiddetti schifarieddi, per dare una veste moderna e rinnovata a eventi che caratterizzano la storia del capoluogo.

Ecco il link al loro sito https://www.circoloremierobrindisi.it/

Se Venezia è conosciuta in tutto il mondo per le “sue” gondole, perché Brindisi non mantiene in vita la tradizione marinaresca degli “schifarieddi” e della voga in piedi?

Al di là del risvolto sportivo e della rievocazione storica del Palio dell’Arca, il fascino degli schifarieddi può offrire una reale possibilità turistica: la città di Brindisi è dotata di un porto interno meraviglioso che merita di essere apprezzato da varie prospettive.

Come quella da uno “schifarieddo”: lento e placido.

Vi lascio questo video che ho realizzato. Spero vi comunichi quello che questa esperienza ha comunicato a me.